Wall Street: una storia newyorkese. Chi arrivando nello Grande Mela non si è sentito attratto dal cuore pulsante del financial district? Chi passando accanto al charging bull, toro bronzeo simbolo della potenza americana, non l’ha accarezzato con scaramanzia chiedendo fra i denti buona sorte al dio denaro? Ebbene, nonostante l’immancabile pit-stop nel quartiere economico, in pochi conoscono la vera storia della famosa strada dei brokers.
Wall Street deve infatti il suo nome ad un muro costruito nel 1653 dagli olandesi, colonizzatori e fondatori di Nuova Amsterdam, poi Nuova York. La palizzata divisoria in terra e legname correva dall’Hudson all’East River, andando a coincidere con il confine settentrionale del villaggio.
Si racconta che i primi cittadini della Big Apple, portando a pascolare il bestiame lungo la barriera in costruzione, cagionarono tanti danni al forte da costringere l’allora governatore Peter Stuyvesant a prendere provvedimenti. La via della fortificazione assunse allora il nome di Waal Straat, equivalente fiammingo della nostra “strada del muro” e necessaria difesa dalle pressanti minacce inglesi e indigene.
Vinta la guerra, nel 1699 gli inglesi smantellarono tutto ed il quartiere di Manhattan divenne centro affaristico per la comunità ebraica, impegnata in attività speculative come il prestito a interesse o la creazione di istituti di credito. Ma è sul ciglio della strada che furono poste le vere basi dell’odierno apparato economico newyorkese. Commercianti e mercanti erano infatti soliti incontrarsi sotto ad un platano per la conclusione informale dei propri affari, finché nel 1792 non decisero di siglare il Buttonwood Agreement (accordo del platano) che ben presto avrebbe portato alla nascita del New York Stock Exchange, la borsa di New York.
“We the Subscribers, Brokers for the Purchase and Sale of the Public Stock, do hereby solemnly promise and pledge ourselves to each other, that we will not buy or sell from this day for any person whatsoever, any kind of Public Stock, at least than one quarter of one percent Commission on the Specie value and that we will give preference to each other in our Negotiations. In Testimony whereof we have set our hands this 17th day of May at New York, 1792.”
“Noi sottoscrittori, broker per l’acquisto e la vendita di azioni, qui promettiamo solennemente e ci impegniamo vicendevolmente a non comprare, né vendere da oggi in poi a nessun altro qualsiasi tipo di titolo a meno dello 0,25% di commissione del valore, e a dare preferenza alle negoziazioni tra di noi. In testimonianza qui apponiamo le nostre firme, 17 maggio 1792 New York.”
E’ da questo episodio che ebbe origine anche uno fra i più importanti giornali finanziari al mondo: il Wall Street Journal, al tempo semplice bollettino informativo fra commercianti.
Ecco allora che nel XX secolo l’arteria viaria diviene sinonimo dell’intero apparato finanziario americano, fulcro dei più alti grattacieli metropolitani e simbolo per eccellenza del sistema economico capitalista.
Nel corso del novecento fu però una serie di tristi episodi ad accrescere ulteriormente la fama della strada. Come non ricordare l’attentato del 1920 alla sede della J.P. Morgan o la grande crisi del ’29, quando insieme al crollo di titoli azionari si infranse anche l’incantesimo dello sviluppo americano.