Una creazione proiettata verso il futuro, frutto di una ricerca continua. Questa è in sintesi la moda dello stilista Cristiano Burani. Laureato in medicina a Modena, Cristiano capisce di voler lavorare nella moda e studia fashion design alla Parsons School di New York, come i grandi stilisti internazionali. Inizia così a lavorare come assistente da Blumarine a fianco di Anna Molinari e da Versace, a stretto contatto con Donatella Versace.
Arriva in finale al concorso Who‘s Next di Vogue Italia per selezionare nuovi talenti nel fashion e nello stesso anno vince il Fashion Incubator di Camera Moda. Da lì inizia a progettare e produrre la sua collezione. Nel 2010 debutta alla Milano Fashion Week con una linea di abiti, il cui successo viene sancito anche dai complimenti di Franca Sozzani. Oggi i suoi capi sono stati già indossati da una miriade di celebrities: Madonna, Halle Berry, Ariana Grande, Gwen Stefani, Alanis Morisette, Hanae Monae, Kate Hudson, ma anche dalle italiane Emma Marrone, Arisa, Laura Pausini, Nina Zilli, Chiara, Michelle Hunzicher Alba Rohrwacher, fra le tante.
Cristiano, c’è uno stilista dal quale hai preso ispirazione?
“Più che uno stilista contemporaneo in particolare (tra tutti Prada e Raf Simons), guardo con interesse al passato dove ci sono stati i veri innovatori come Dior, Grès, Yves Saint Lauren,
anche se ormai gli stilisti più interessanti e talvolta inconsapevoli sono le persone “cool” che incontro per strada”.
Quale è il tuo approccio stilistico alla moda?
“Il mio è un approccio sempre a metà fra l’analisi e lo studio (retaggio del mio percorso di studi) e qualcosa di molto istintivo che si impossessa di me e che mi fa immaginare di getto delle soluzioni o abbinamenti originali”.
Tre aggettivi per definire la tua moda?
“Innovativa, qualitativamente eccellente, portabile”.
In quale città del mondo ti senti davvero a casa?
“Ormai credo di essere un cittadino del mondo, anche se quando mi trovo nella mia abitazione in Versilia, guardando il mare e vedendo alle mie spalle le Apuane con le cave di marmo, posso dire di sentirmi davvero a casa”.
Cosa significa oggi femminilità?
“Femminilità è un concetto un po’ abusato: oggi si chiede a una donna di essere iper femminile e i modelli di femminilità che ci propone il cinema, ma soprattutto la tv sono molto devianti.
Credo che ogni donna abbia una propria femminilità che non è solo un qualcosa di estetico: per me è uno sguardo, un modo di muovere le mani, di esprimersi. Con la mia moda sono sempre alla ricerca di nuove e più contemporanee espressioni di femminilità, ben consapevole che le donne oggi lavorano, hanno pensieri e altre priorità che passare giornate intere dall’estetista”.
Quale fenomeno moda proprio non ti piace?
“Sicuramente il minimalismo degli anni ’90 mi ha lasciato un po’ indifferente”.
Concludiamo con la classica domanda: progetti per il futuro?
“Ci sono già in atto collaborazioni molto interessanti con aziende giapponesi di lifestyle, dove il contributo creativo non si ferma alla creazione degli abiti ma si estende al beauty e all’interior design. Lanceremo a giorni la mia prima collezione di hosiery con colori e textures scelte da me in collaborazione con la azienda leader del settore Made in Italy, Omero Collant”.