La Route 66 – Questa “highway” leggendaria già dal nome nome indica qualcosa di magico. Soprannominata “la madre di tutte le strade” dallo scrittore John Steinbeck, ci porta alla scoperta delle tracce della migrazione di massa dei pionieri, alla ricerca del sogno californiano.
La Route 66 inizia dal centro della fredda e ventosa Chicago, attraversa tre fusi orari e otto stati – Illinois, Missuri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Arizona e California – e termina nell’assolata Los Angeles, esattamente all’incrocio del Santa Monica Boulevard con Ocean Avenue.
3775 chilometri di libertà.
Lungo l’asfalto della Route 66, la scenografia del grande mito americano dei viaggi on the road prende forma. Gran parte del percorso originario è andato perso o ha subito variazioni, ma è ancora possibile mettere insieme i principali luoghi storici facendo qualche deviazione degna di nota.
Fu istituita negli anni ’20 per dotare gli Stati Uniti di una rete stradale adatta a soddisfare il crescente traffico automobilistico e l’impetuoso sviluppo dell’economia.
Dismessa nel 1984 e sostituita dalla più moderna Interstate 40, che compie lo stesso percorso, la Route 66 è viva come un vero e proprio monumento storico degli Stati Uniti (oggi sui cartelli è indicata con il nome di “Historic Route 66”) che continua a richiamare migliaia di persone ogni anno.
Route 66: una fuga verso ovest
Il suo percorso è un viaggio nella memoria di chi ne ha scritto e cantato. Chi l’ha incisa negli anni, passandovi alla ricerca di un futuro migliore o anche solo di un’emozione, ha contribuito a renderla qualcosa di più di un semplice nastro di asfalto che corre attraverso altopiani e bassopiani monotoni e sempre uguali, grandi praterie, imponenti deserti, fino alla costa del pacifico.
Una fuga verso l’Ovest, una corsa verso il sole, la libertà. Nel periodo tra le due guerre milioni di automobilisti la percorsero per cercare la fortuna in California o anche solo per sfuggire alla Grande Depressione ed ai disastri ecologici causati dall’industrializzazione selvaggia e dalla coltivazione intensiva nelle praterie del Mid-West.
Motel, distributori di benzina, ristoranti e negozi, conservati come erano negli anni ’50, sono una peculiarità che caratterizza il viaggio dall’inizio alla fine e gli danno quell’aria retrò che si va cercando se si sceglie di passare due settimane di vacanza in questo modo alternativo ed affascinante.
Ripercorrendo l’antico tracciato si rimane colpiti da un mondo e da un modo di vivere fatto ancora di rapporti umani, di personaggi semplici, di piccole grandi cose che si penserebbero ormai estinte nel paese dei grattacieli.
la Route 66: emozioni insospettabili
Oltre allo splendido paesaggio in gran parte ancora non invaso dal turismo di massa, la Route 66 regala ancora emozioni insospettabili al viaggiatore non frettoloso, attraverso gli antichi territori di caccia al bisonte delle grandi tribú indiane dei Cheyenne.
Prendetevi il tempo di visitare Grant’s Farm nel Missouri. Questa fattoria la oggi è una riserva naturale, dove è possibile vedere coi proprio occhi alci, bisonti, antilopi, zebre, lama e struzzi.
Per questi motivi la Mother Road è diventato un parco nazionale, caso unico al mondo per una strada, e vincolata dal Ministero Federale dei Beni Culturali come un pezzo significativo della storia d’America.
Lungo il suo percorso è ancora possibile percepire quel sapore di passato che la modernità ha cercato invano di cancellare.